Foncebadón -Ponferrada 26 km

La giornata di oggi è stata parecchio impegnativa!  Sono partita come al solito presto, con il Gallo di Giovanni che cantava. Foncebadón al buio aveva qualcosa di assolutamente magico. Sono arrivata velocemente alla Cruez de Ferro, dove per la prima volta ho visto una pellegrina donna, una francese, che tra l’altro parlava italiano! Peccato che poi non ci siamo reincontrate, ma é stata lei a farmi la foto alla Croce. Qui ho lasciato la pietra che mi ero portata da Berlino e dove ho fatto qualche preghiera. Il percorso si faceva sempre più bello, più colorato, in alcuni punti bisognava farsi spazio con le mani perché le piante ne ostruivano completamente il passaggio. La discesa verso El Acebo é stata impegnativa, e arrivata lì, ho fatto colazione con il mio solito pane tostato e marmellata, mi sono cambiata le calze come mi è stato insegnato da altri pellegrini. Dopo ho proseguito e a quel punto la camminata si è fatta ancora più faticosa. Fino alla tappa di Molinaseca é stata tutta una discesa ripida e su grandi sassi traballanti, e le poche volte che ho provato a fare la sportiva scendendo rapidamente come facevano gli aitanti e giovani spagnoli, mi sono presa due leggere storte. Ho quindi deciso di prendermela con calma per evitare di prendermi una storta seria. Dopo un meraviglioso paesino, Riego de Ambros, mi sono ritrovata su una statale, dove di nuovo non c’erano frecce ad indicare il cammino…Ho guardato sull’applicazione e mi sono accorta che ero su una strada parallela, che ovviamente allungava, ma che mi avrebbe riportato sulla retta via. Ancora mi chiedo come ho fatto a perdere di nuovo il percorso. Ho però appurato di non essere stata l’unica oggi. Uno dei problemi è il fatto che il passaggio di pochi Pellegrini quest’anno a causa della pandemia, ha fatto in modo che le piante coprano a volte i segnali. Arrivata a Molinaseca sono stata almeno mezz’ora con i piedi a mollo nel limpido e pulitissimo fiume e mi sono rimessa in accordo con il creato.

Non sapevo che cosa mi aspettava: 4 km di strada asfaltata prima in salita poi in discesa sotto il sole cocente verso Ponferrada. Nonostante chilometri oggi fossero solo 26 mi sono sembrati il doppio per la lentezza della discesa e il sole che batteva veramente forte. Nonostante porti i pantaloni lunghi ho una dermatite alle gambe da fare paura che si placa solo verso sera… In compenso nessun problema ai tendini oggi, forse anche grazie al fatto che metto Voltaren e prendo ibuprofene. Dopo essermi riposata volevo andare a visitare il castello di Ponferrada, ma essendo lunedì era chiuso. Ho visitato il centro storico, e mi sono incontrata con il gruppo di pellegrini, tra i quali una ragazza americana di nome Brooklyn (ma si scrive Broklinne perché ai genitori piaceva come suonava ma volevano che si scrivesse diversamente). A cena ho parlato con un messicano, che al momento è separato dalla famiglia per via della pandemia. La moglie spagnola vive nello Juta negli Stati Uniti insieme alle due figlie, lui lavora a Siviglia, l’altro figlio è bloccato a Barcellona. Un’altra famiglia spezzata dalla pandemia, come quella di Alex di ieri. Sta facendo il cammino per schiarirsi le idee su come procedere 😅. Brooklyn invece ha vissuto tanto tempo a Madrid ma ora per questioni logistiche deve tornare negli Stati Uniti, ma appena potrà tornerà a vivere in Europa.La tappa di domani per fortuna è semplice, mentre quella di dopodomani sarà la più dura di tutto il cammino. Gli spagnoli sono veramente molto attenti all’uso delle mascherine, non lo avrei mai detto!

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