22 Tappa Villafranca O Cebreiro  28 km
Stamattina mi sono alzata prestissimo, alle 4:45. Ho guardato fuori dalla finestra e sentivo il vento impetuoso e il rumore del fiume accanto all’ostello. Mi sono affacciata al balconcino e ho visto tre pellegrini che con andatura molto veloce camminavano nel buio più totale, insieme a tre cani. Mi sono preparata e alle 5.30 ero fuori. Volevo partire prestissimo perché sapevo che la tappa di oggi sotto il sole sarebbe stata dura. Dopo pochi metri di cammino, quando sono finiti i lampioni della strada, mi sono trovata davanti ad una strada circondata dalle montagne, completamente al buio, la più buia di tutte fino ad ora. Per un attimo mi si è fermato il cuore, mi è venuta una gran paura, la famosa paura del buio che si ha da bambini, e ho seriamente riflettuto sul tornare indietro. Il cuore mi batteva fortissimo. Non c’era anima viva, neanche una macchina. Solo io, il mio zaino il mio frontalino e il forte rumore del vento. E così ho cominciato a ripetermi che non c’era niente di cui dovevo avere paura, ormai ero lì, fra un’ora avrebbe cominciato ad albeggiare, e sicuramente quello non era il posto dove trovare animali selvaggi, visto che ero vicino ad una strada. Quindi ho cominciato passo dopo passo, prima molto lentamente poi con più sicurezza e anche con l’aiuto delle luce del cellulare, a camminare. Più camminavo più spariva la mia paura, ma la mia soglia di attenzione era ovviamente altissima. Dopo un’ora c’era già luce e la mia paura del buio solo un lontano ricordo. La prima parte della tappa di oggi è stata abbastanza noiosa, fiancheggiava una statale, però il paesaggio era già più bello, montagnoso e molto verde. Arrivata a Las Herrerias é cominciata la stradina di montagna. Prati verdi, fiori, ruscelli erano un piacere per gli occhi. La salita era ancora fattibile. Purtroppo sono passata davanti a due cavalli legati, uno dei quali non solo aveva il muso pieno di mosche, ma anche le zampe con delle ferite profonde e in queste centinaia di insetti ronzanti.Mi sono imbufalita e ho cominciato a cercare il padrone di quella povera bestia che scalciava continuamente per il prurito e probabilmente per il dolore. Ho trovato solo un contadino e gli ho urlato che il cavallo stava male, che sanguinava e di dirlo al padrone del cavallo. Ho provato un profondo odio per il padrone di questo cavallo, se avessi avuto gli strumenti lo avrei denunciato. Con la tristezza nel cuore ho continuato il mio percorso che si è fatto sempre più duro. Prima sull’asfalto, poi su una strada con una pendenza del 16% fatta di sassi molto grandi e all’interno di un bosco. Fatta con calma la salita è lunga ma fattibile, la vera cosa che mi ha fatto impazzire sono stati i miliardi moscerini che mi volavano davanti alla faccia tutto il tempo. Dopo questa prima parte di salita sono arrivata ad un paesino, La Faba, dove speravo di mangiare qualcosa ma era tutto chiuso… Quindi ho riempito la mia bottiglia d’acqua e sono andata avanti. Ma a quel punto il paesaggio si è completamente aperto, la strada in salita non era più nel bosco ma tra paesaggi idilliaci, prati di un verde rigoglioso, l’occhio non la smetteva di ammirare e commuoversi. Visto che mi stavo fermando ogni tre minuti per fare una foto, Stefanie, la francese di ieri, mi aveva nel frattempo raggiunto e quindi abbiamo deciso di fare insieme gli ultimi due tratti difficoltosi. 2 km prima della meta ci siamo fermati a un bar dove ho preso un gelato. Siamo salite fino alla fine ansimando ma anche godendo dello stupendo paesaggio, fino ad arrivare a O Cebreiro, un paesino incantato dove credo sia un sogno venirci quando c’è la neve. Case con il tetto di paglia, cagnolini per strada, gattini e poca gente fanno di questo luogo una delle tappe più belle.  Dopo una dormita ristoratrice ho fatto una passeggiata in questa micro città e chiacchierato con i pellegrini della tappa di oggi. Uno è scozzese, ha avuto il Covid ,e ci ha raccontato la sua esperienza. Il medico gli ha detto che fare il cammino è una buon idea per riprendersi. È stato proprio lui a farmi desistere dal fare due tappe in bici nei prossimi giorni. Ha detto che camminando un po’ di più ce la posso fare tranquillamente a raggiungere Santiago nel tempo previsto. Con Stefanie siamo d’accordo che anche lei vuole aumentare passo e distanza e arriveremo insieme a Santiago. Siamo andate a fotografare il tramonto, e per mia enorme fortuna ho scoperto che Stefanie é un’eccellente fotografa, che mi ha scattato le foto più belle di tutto il cammino, complice un tramonto e un paesaggio veramente mozzafiato.
La tappa di domani sarà l’ultima ad essere corta, sarà anche dura perché è tutta in discesa…Dopodiché viaggerò sui circa 40 km al giorno.

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